Villa Santa Fosca, Roncade (Treviso)

Villa Correr Pisani, Santa Fosca, Roncade (Treviso)
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Restauro conservativo elementi lapidei, affreschi ed intonaci decorati

INDICE

  1. STATO ATTUALE
  2. DEGRADO
  3. PROGETTO DI RESTAURO
    3.1 Restauro dell’apparato decorativo affreschi
      Restauro intonaci esterni
      Restauro lapideo
      Restauro lapideo interno
      Scala interna, intonaci e gradini
  4. INTERVENTO DI RESTAURO AFFRESCHI
    4.1 Consolidamento e pulitura
    4.2 Ripristino decorazioni

1. STATO ATTUALE

Villa Correr Pisani è una costruzione risalente al quindicesimo secolo.

Della struttura originale attualmente esiste solo il corpo centrale mentre delle due costruzioni laterali (barchesse) non vi è più traccia.

Di pianta quadrata, con facciata asimmetrica rivolta verso il fiume, come molte altre ville site in zona, non ha subito rilevanti modifiche nel tempo che abbiano alterato la struttura originale, fatto salvo per l’aggiunta del corpetto edilizio addossato sul lato sud-est alla villa, di  periodo ottocentesco.

Consta di un pianterreno, primo piano (piano nobile) ed una soffitta rimaneggiata verso la metà dell’ottocento.

Sulla facciata principale (sud-ovest) si apre un bel portale di fattura rinascimentale sovrastato da una cornice lineare in aggetto sorretta da piccoli dentelli. Una serie di finestre ai due lati di forma rettangolare con piana in pietra.

Al primo piano una trifora centrale con poggiolo in pietra d’Istria, ai cui lati sono presenti delle finestre con arco a tutto sesto. Al sottotetto una serie di finestre a forma quadrata con piane di recente fattura..

Gli intonaci originali sono quasi completamente scomparsi.

Sulla facciata posta a sud-ovest, malgrado la massiccia presenza di colonie di licheni, si possono ancora intravedere alcune decorazioni a fresco.

Le precedenti aperture ad arco site al pianterreno risultano tamponate, mentre sono presenti due porte di accesso alla villa, una nel corpo centrale e l’altra posta nel corpetto edilizio addossato.

Al primo piano tre finestre con arco a tutto sesto in pietra ed altre due sul corpo laterale di forma rettangolare. All’ultimo piano tre finestre della medesima stessa forma e tipo di quelle poste sulla facciata principale.

La facciata posta a nord-ovest si presenta con un portone e tre finestre di struttura rettangolare con piane in pietra. Al primo piano una grande finestra centrale con tre laterali tutte con arco a tutto sesto in pietra d’Istria, nel sottotetto tre finestre di fattura identica alle altre presenti al piano.

La facciata posta sul lato nord-est si presenta con una serie di finestre rettangolari al pianterreno ed al primo piano e due al sottotetto.
Al centro della facciata posta al mezzopiano una bifora in pietra si apre su un terrapieno sovrastata da due piccole finestre (vano scale).

All’interno un grande salone con accesso a varie stanze, di cui alcune presentano lacerti di affresco in parte già descialbati.

Dal salone sito al pianterreno all’interno della villa una scala con volta a botte conduce al piano superiore.

Due portali ad arco in pietra di S. Germano (una varietà della pietra di Nanto) con mascherone a chiave di volta, di medesima fattura, sono posti all’inizio ed al termine della suddetta scala.

Nel salone situato al primo piano due pareti in parte ricoperte di dipinture deteriorate sotto le quali si intravedono tracce di affreschi.

2. DEGRADO

Le superfici decorate ad affresco presentano varie lacune con integrazioni in malta cementizia.

Presenti molte picchettature sulle superfici, create per aggrappare le ridipinture realizzate nel tempo. Queste dipinture sono già state quasi completamente rimosse in un precedente inizio di restauro non portato a termine.

I lacerti di affresco sono di due periodi diversi, quelli cinquecenteschi presenti nelle stanze al pianterreno sono composti da due impasti sovrapposti e da una decorazione pittorica superficiale, mentre settecenteschi posti nel salone del primo piano presentano una sovrapposizione di un intonaco originale e di un intonaco di rifacimento coperto da numerose tinteggiature superficiali.

Gli intonaci esterni risultano fortemente deteriorati ad eccezione della facciata posta a sud dove l’intonaco, tranne nella parte bassa della facciata, si può considerare in buono stato tanto da consentire un intervento di recupero conservativo.

Si possono notare due strati sovrapposti di intonaco, quello originale e l’intonaco di rifacimento.

I due intonaci mostrano notevoli analogie nella composizione mentre differiscono chiaramente a livello tessiturale, per la diversa granulometria degli inerti e per il loro differente addensamento.

Gli elementi lapidei presenti nelle facciate sono in pietra d’Istria, mentre i portali interni e le scale sono in pietra di S. Germano (Nanto).

Lo stato di conservazione degli elementi lapidei in pietra di S. Germano posti al piano terra si presenta in pessime condizioni a causa di intensi fenomeni di scagliatura.

Si notano numerose fessure e la variazione di tonalità della pietra, da un grigio scuro nella parti basse ad un paglierino verso lo stipite, avvalora l’ipotesi di una risalita capillare di umidità dal terreno con conseguente apporto di Sali solubili che determinano il rigonfiamento dei componenti argillosi della pietra.

Il poggiolo della trifora, posto nella facciata principale, presenta alcuni elementi dei piastrini e delle colonnine fortemente deteriorati, con profonde fratture e spaccature. All’interno delle fratture si notano colonie di licheni.

Presenza di crosta carboniosa sugli archi della trifora e sugli stipiti della stessa, in parte anche sugli architravi e le spallette delle finestre sulle altre facciate.

Notevole presenza di gangheri ormai totalmente arrugginiti ed inutilizzati fissati a piombo.

Alcune piane delle finestre poste al pianterreno presentano fratture e conseguente perdita di materiale lapideo.

Il soffitto con volta a botte della scala presenta su entrambe le rampe delle fessurazioni profonde, più accentuate sulle voltine del pianerottolo. Infatti per un assestamento statico, tra l’apertura ad arco sita nel pianerottolo e rivolta verso l’esterno ed il soffitto stesso, si sono prodotte ampie crepe e vistosi distaccamenti dell’intonaco a marmorino dal sottostante cocciopesto.

3. PROGETTO DI RESTAURO

3.1 Restauro dell’apparato decorativo – affreschi

L’intervento di restauro prevede una velinatura delle zone decoese con utilizzo di carta giapponese e soluzione di resina acrilica in acetone, totalmente reversibile.

Venivano eseguiti dei campioni di pulitura a secco sia all’esterno che all’interno della villa in accordo con la D.L. da sottoporre alla Soprintendenza ai Beni AA.BB. del Veneto, per stabilire come procedere con l’intervento di restauro.

Le campionature portavano in luce la presenza di decorazioni settecentesche al di sotto delle quali, altre tracce di affreschi di fattura più antica con numerose picchettature sulla superficie.

La Soprintendenza decideva per il recupero delle decorazioni più recenti, lasciando però visibili i lacerti più antichi presenti, effettuando un restauro su due livelli.

Restauro intonaci esterni

La prima fase d’intervento di restauro ha riguardato l’abbattimento dei licheni presenti sulle superfici esterne degli intonaci e sulle parti lapidee. Si è proceduto alla rimozione delle numerose infestazioni biologiche con tamponature ed impacchi con polpa di carta e soluzione specifica di prodotto antimicotico sui nuclei originanti le colonie e leggera azione meccanica con spazzola di saggina.

Questa operazione veniva ripetuta più volte, in fasi e tempi controllati, fino alla completa sterminazione delle colonie esistenti. Le superfici trattate venivano risciacquate più volte con acqua demineralizzata per eliminare i residui dell’antimicotico.

Nella facciata a sud-ovest dove l’intonaco originale decorato era ancora presente, dopo il trattamento biocida, si procedeva con l’asportazione di tutti i fili, chiodi e staffe metalliche ossidate e corrose. Rimozione delle stuccature cementizie con l’ausilio di microscalpelli.

Si eseguiva una mappatura dell’intera facciata atta a rilevare le zone interessate dai distaccamenti dell’intonaco dalla muratura sottostante. Veniva effettuato un consolidamento delle suddette zone mediante iniezioni di calce idraulica e resina acrilica al 3% in dispersione acquosa.

Le lacune presenti sulla superficie venivano integrate con una malta a base di sabbia di fiume e grassello di calce.

A consolidamento avvenuto veniva steso un sottile strato di intonaco, come da disposizione della Soprintendenza ai Beni BB.AA. del Veneto, tale da consentire la visione della superficie sottostante, con la ripresa delle decorazioni tono su tono.

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Restauro intonaci decorati

Restauro lapideo

Rimozione dalle superfici lapidee di stuccature incoerenti e cementizie. Alcune colonnine risultavano gravemente danneggiate con distaccamenti e fatturazioni. Venivano ricomposte e le parti fratturate ed i distaccamenti incollati con resina epossidica

Il poggiolo posto sulla facciata principale veniva smontato per consentire un restauro sia delle piane che delle colonnine. Eseguito il rilievo di una delle colonnine per improntare le nuove da eseguirsi in pietra d’Istria, in modo tale da rimontare lo stesso integralmente.

Questa operazione di smontaggio consentiva anche di rimuovere le staffe in ferro deteriorate e quindi impossibilitate a svolgere il ruolo di ancoraggio del poggiolo alla facciata.

Venivano tolti i gangheri posti sulle spallette in pietra dei fori finestra non essendoci più gli oscuri originali andati distrutti negli anni e tutti gli elementi metallici incoerenti.

Tutta la superficie lapidea esterna veniva pulita con acqua e spazzole di saggina. Le fughe ed i fori venivano stuccati con un impasto a base di calce desalinizzata e polvere di pietra.

Laddove la dimensione della lacuna richiedeva un maggior sostegno, sono state realizzate delle idonee “armature” con microperni in vetro resina ed impasto a base di resina epossidica caricata con polvere di pietra sottolivello e successiva integrazione con impasto uguale a quello impiegato per le fughe ed i fori.

Rimontaggio del poggiolo completo delle nuove colonnine in pietra d’Istria, ricollocazione dei vari elementi nelle loro sedi originarie, inserimento di nuovi arpesi in acciaio inox con imbonimento degli interstizi mediante fusione di piombo. Ancoraggio delle balaustre alla muratura della facciata e con nuove staffe in acciaio inox e stuccatura delle fessure con impasto a base di calce desalinizzata e polvere di pietra.

 Restauro lapideo interno

Intervento sul portale posto al piano terra particolarmente degradato. Si provvedeva a bloccare l’esfoliazione con un preconsolidamento, quindi si eseguiva un accurato lavaggio della superficie con una soluzione basica e l’ausilio di pennelli e spazzolini di setola morbidi.

Localmente venivano applicati degli impacchi con carta assorbente e soluzione basica a pH controllato. Abbondanti risciacqui successivi con acqua demineralizzata per abbattere i sali residui.

Stuccatura di tutte le crepe e fessure con un impasto a base di polvere di Nanto e calce desalinizzata con aggiunta di terre colorate per uniformare la cromia dell’insieme.

A completa asciugatura veniva effettuato un consolidamento su tutta la superficie con stesura a pennello a più mani, fino a saturazione, di apposito prodotto.(Soluzione poliorganosilossano e silicati organici)

Per quel che concerne il portale di medesima fattura posto al primo piano, al momento dell’intervento, lo stato di conservazione risultava abbastanza buono. Sulla parte inferiore delle spallette un sottile strato di dipintura a tempera veniva rimosso a secco con utilizzo di bisturi.

Nella base di una delle spallette una grossa frattura aveva creato un distaccamento dello spigolo. Veniva rimosso e ripulito accuratamente dalle polveri, quindi ricollocato ed incollaggio dello stesso con resina epossidica. Pulitura del portale con la medesima metodologia già utilizzata per le altre superfici lapidee, rimozione di elementi metallici, stuccatura delle fughe.

Stesura di protettivo a pennello.

Scala interna intonaci e gradini

Il soffitto con volta a botte della scala presentava, su entrambe le rampe, delle fessurazioni profonde, più accentuate sulle voltine del pianerottolo.

Infatti per un assestamento statico tra l’apertura ad arco sita nel pianerottolo e rivolta verso l’esterno ed il soffitto stesso, si erano prodotte ampie crepe e vistosi distaccamenti dell’intonaco a marmorino dal sottostante cocciopesto.

Si rimuovevano a secco con utilizzo di raschietti ben affilati e bisturi le varie dipinture superficiali per riportare alla luce l’intonaco originale a marmorino.

I distaccamenti venivano consolidati mediante iniezioni localizzate a base di calce idraulica in soluzione acquosa e con l’aggiunta di resina acrilica al 3%.

Ricostruzione delle lacune superficiali con impasto di malta di sabbia e grassello mentre per le parti più estese e profonde veniva integrata con aggiunta di coccio macinato e, dove necessario, con scaglie di mattoni in cotto, tenendosi sotto livello di circa un centimetro.

Integrazione finale delle lacune con un impasto a marmorino e velatura finale di tutta la superficie delle volte della scala e del pianerottolo. Ripristinata laddove risultava mancante la lavorazione a finta pietra sulla fascia a rilievo che separa la volta a botte delle scale dalle pareti sottostanti.

Gli scalini della scala, data l’incuria subita nel tempo, si presentavano in gran parte deteriorati con vistosi distaccamenti di materiale, andato perduto, specialmente sul giro di volta delle due rampe.

Eseguita una pulitura generale con rimozione delle stuccature cementizie. Stuccatura delle crepe e delle lacune con impasto di polvere di pietra del litotipo trattato e calce desalinizzata con aggiunta di terre colorate, solamente per le zone degli scalini che rimarranno a vista essendo parte di essi ricoperti da lastre nuove di marmo, come da accordi presi tra la D.L. e la Soprintendenza ai BB.AA. del Veneto.

4. INTERVENTO DI RESTAURO AFFRESCHI

Si interveniva quindi con il restauro degli affreschi posti all’interno della villa. I lacerti di affresco presenti in due stanze site al piano terra avevano già subito in precedenza un inizio di restauro, interrotto per motivi di cui non siamo a conoscenza.

Era stato rimosso lo strato di intonaco decorato a fresco di periodo settecentesco ed erano stati portati alla luce le decorazioni antecedenti. La superficie si presentava completamente picchettata ed erano ancora presenti rimasugli dell’intonaco asportato.

Veniva eseguita una prima operazione di velinatura localizzata sulle parti che risultavano distaccate dal supporto murario con carta giapponese e soluzione in acetone di resina acrilica al 10% riconvertibile.

4.1 Consolidamento e pulitura

Consolidamento delle zone instabili effettuando iniezioni di calce idraulica e resina acrilica in dispersione acquosa al 3%.

A consolidamento avvenuto si procedeva con la rimozione della velinatura e con la pulitura delle picchettature dai residui di malte. Pulitura della superficie con soluzione idroalcoolica e pennelli morbidi in setole naturali.

Le picchettature e le lacune presenti sull’affresco venivano integrate con un impasto a base di sabbia di fiume setacciata e grassello di calce, con l’aggiunta di terre colorate naturali, per uniformare la cromia dell’insieme.

Ritocco pittorico delle integrazioni con acquerelli.

Gli affreschi posti nel salone del primo piano presentavano uno strato di dipinture su tutta la superficie che venivano rimosse a secco con ausilio di bisturi e raschietti affilati.

Grosse lacune prive di intonaco originario erano presenti sulle pareti e numerosi distaccamenti dal sottostante supporto murario. Si effettuavano numerosi consolidamenti degli affreschi con la stessametodologia utilizzata nelle altre zone affrescate.

 4.2 Ripristino decorazioni

Le lacune venivano integrate con uno strato di malta fina sottolivello di circa un centimetro e successivo strato di intonachino a base di sabbia di fiume setacciata e grassello di calce con aggiunta di terre naturali colorate.

Le zone dove negli interventi precedenti erano stati portati alla luce dei lacerti di affresco cinquecentesco e che, come nelle stanze al pianterreno, risultavano picchettati venivano reintegrate con la medesima metodologia, effettuando il restauro su due livelli.

Integrazione pittorica su tutta la superficie, con ripresa dei toni nelle zone neutre, ad acquerello. Nebulizzazione di specifico prodotto sulle superfici decorate a protezione delle stesse dalla polvere.