Villa Grimani, Martellago (Venezia)

Villa Grimani, Martellago (Venezia)
-
Intervento di restauro conservativo su statua in pietra di Nanto

INDICE

  1. ANALISI
  2. INTERVENTO
  3. RICOLLOCAZIONE STATUA

L’ intervento di restauro ha riguardato una statua in pietra di Nanto posta sulla sommità di un pilastro della cancellata centrale del muro di cinta che delimita il giardino della villa Grimani Morosini e la S.S. 245 Castellana.

La statua, posta sulla sommità di uno dei pilastri, a seguito di un violento impatto provocato da un mezzo di trasporto transitante sulla statale al pilastro stesso, era rovinata a terra frantumandosi in vari pezzi.

Nel periodo intercorso dall’impatto al nostro intervento, la statua ed i vari elementi sono rimasti adagiati in un angolo del giardino.

  1. ANALISI

Il primo intervento da parte nostra ha riguardato il recupero delle varie parti della statua e della cornice somitale in pietra d’Istria facente da contorno alla base della stessa e la collocazione dei vari elementi in un locale al riparo delle intemperie ed a temperatura controllata al fine di ottenere una lenta e non traumatica asciugatura delle pietra stessa.

Le parti fratturate recuperate venivano catalogate e riposte in apposito ripiano (sedici pezzi) .

Ad una prima indagine risultavano presenti nei vari elementi e nel corpo centrale della statua molteplici colonie di licheni e ramificazioni di piante infestanti.

La parte centrale della statua veniva issata e bloccata con una struttura lignea idonea a consentire un agevole intervento di restauro.

Risultavano staccate dal corpo centrale la testa ed alcuni elementi della corona, la mano sinistra che regge il manto e parte del drappeggio sommatale, i lembi anteriori della veste verso il basso, il piede destro e il basamento in varie parti e le zampe del rapace posto sul lato sinistro, oltre ad altre varie schegge che non risultavano tra i reperti.

2. INTERVENTO DI RESTAURO

Utilizzando delle spatoline, dei bisturi e spazzolini morbidi venivano rimosse le ramificazioni ed il terriccio dai vari elementi.

Si procedeva quindi con l’applicazione di un impacco in polpa di cellulosa e prodotto antimicotico (vedi scheda tecnica) in soluzione acquosa al 3% sia sul corpo centrale che sui vari frammenti, per un tempo stimato di 36 ore.

Rimosso l’impacco veniva eseguito un accurato lavaggio della superficie con l’utilizzo di spazzolini morbidi in saggina ed acqua deionizzata. Questa operazione si effettuava a più riprese fino alla completa eliminazione dei muschi e dei licheni ormai inattivi e soprattutto dai sali residui.

Rimozione manuale di tutti i peduncoli dei rampicanti utilizzando dei bisturi, essendo gli stessi ancorati alla pietra con le loro piccole ventose. Questa operazione veniva effettuata con estrema accuratezza per non provocare lesioni alla pietra sottostante.

A completa asciugatura della pietra si procedeva con la ricomposizione delle parti fratturate recuperate dal giardino. Purtroppo alcuni frammenti piuttosto piccoli risultavano mancanti ma nel complesso si riusciva a ridare una omogeneità alla statua stessa.

Venivano eseguiti gli incollaggi con resina epossidica dei frammenti più piccoli mentre nelle parti più voluminose e quindi più pesanti che avevano una valenza strutturale, si procedeva con la formazione di fori adeguati in cui si inserivano dei perni in vetroresina annegati in resina epossidica atti a ricongiungere le due parti.

Questo tipo di intervento veniva eseguito sulla testa della statua, sul braccio sinistro reggente il manto e sulla sommità del manto stesso, sulla parte del drappo della veste anteriore, sul piede destro e sulle zampe del rapace posto sul lato sinistro della statua stessa, sui vari elementi fratturati costituenti il basamento.

Nelle parti in cui risultavano mancanti i frammenti non ritrovati, venivano eseguite delle ricostruzioni con un impasto a base di resina epossidica caricata con polvere pietra di Nanto cioè stesso litotipo della statua, sottolivello, consentendo una successiva stuccatura di finitura con impasto a base di polvere di pietra e calce destalinizzata.

3. RICOLLOCAZIONE STATUA

Nella ricomposizione della cornice perimetrale in pietra d’Istria posta alla sommità del pilastro in mattoni e facente da contorno alla base della statua in pietra di Nanto, veniva notata la mancanza di alcuni elementi in pietra della cornice stessa,   probabilmente andati perduti al momento dell’impatto ed alla conseguente parziale disgregazione del pilastro stesso.

Veniva prontamente informata la D.L. che, dopo un sopraluogo, autorizzava la realizzazione di nuovi elementi a completamento della cornice.

Alla completa ricomposizione del pilastro in mattoni da parte dell’impresa edile, veniva posizionata la cornice in pietra d’Istria e successivamente issata la statua.

Gli elementi originali e quelli di nuova fattura andavano a ricomporre la cornice e venivano ancorati tra loro con nuovi arpesi, realizzati in loco, in acciaio inox AISI 304 e fissati con fusione di piombo negli alloggiamenti preesistenti.

Per una ulteriore stabilità della statua si procedeva con l’inserimento, sulla base sottostante, di un adeguato perno in acciaio inox AISI 304 fissato sulla pietra con piombo fuso per una continuità, una volta issata la statua sul pilastro, alla muratura sottostante impasto a base di malta.

Fissati i vari elementi tra loro, controllo dell’alloggiamento dei perni e loro fissaggio, stuccatura delle fessurazioni di congiunzione con impasto a base di calce desalinizzata e spolvero di pietra d’Istria.