Università di Trieste
-
Restauro conservativo delle superfici musive presenti nell’edificio centrale
dell’Università, dei dodici bassorilievi realizzati da Ugo Carà, di una pavimentazione in mosaico di pietra e del rivestimento in mosaico che
ricopre l’anima centrale dello scalone
DESCRIZIONE DELLE OPERE DA RESTAURARE
L’intervento prevede il restauro delle superfici musive presenti nell’Edificio centrale dell’Università (atrio A), il restauro dei dodici bassorilievi realizzati da Ugo Carà e la loro collocazione sui parapetti delle aperture ad arco nella facciata interna dell’atrio, come da progetto originale.
Restauro di una pavimentazione in mosaico di pietra (Calcare bianco/avorio, Nero del Belgio, Bardiglio scuro) progettata su disegni dell’artista triestino Ugo Carà e realizzata da Gino Avon in collaborazione con i mosaicisti della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, portata a termine nel 1943.
Restauro del rivestimento in mosaico, di pietra Travertino spaccata a vivo, che ricopre l’anima centrale dello scalone posto al centro dell’atrio su cui è presente il pavimento musivo.
SUPERFICIE MUSIVA PAVIMENTAZIONE
- STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine restauro conservativo
1.2 Progetto di restauro - INTERVENTO DI RESTAURO
2.1 Lavaggio superficie
2.2 Rimozione sedimenti e stuccature cementizie
2.3 Integrazione delle tessere mancanti, sigillatura e stesura protettivoRIVESTIMENTO MOSAICO SALONE CENTRALE
- STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
3.1 Indagine stato conservativo
3.2 Progetto di restauro
- INTERVENTO DI RESTAURO
4.1 Pulitura superficie, rimozione stuccature incoerenti e scritte, stuccatura
4.2 Integrazione delle tessere mancanti
BASSORILIEVI IN PIETRA AURISINA - STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
5.1 Indagine stato conservativo
5.2 Progetto di restauro - INTERVENTO DI RESTAURO
1.STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine stato conservativo
Il pavimento musivo presentava un degrado dovuto al continuo calpestio da parte delle persone che giornalmente transitano per l’atrio con la perdita quasi totale delle stuccature tra le fughe delle tessere e la presenza di depositi di varia natura ormai coerenti con la superficie sottostante.
A seguito di un attento esame delle condizioni del mosaico si riscontrava la perdita di tessere, soprattutto nelle zone pavimentali interessate da elementi figurativi.
Da un intervento realizzato presumibilmente alcuni decenni orsono, rimangono delle tamponature cementizie, integrazioni di lacune realizzate con delle piastrelle ceramiche, integrazioni di tessere in pietra d’Istria fissate con malta cementizia particolarmente tenace.
Riscontrata una fessurazione, dovuta probabilmente ad assestamento, che aveva creato in una zona delimitata, un distaccamento della superficie musiva dal massetto di fondo.
1.2 Progetto di restauro
L’atrio è utilizzato sia dal personale docente che dagli studenti che lo attraversano per recarsi nelle aule poste al primo e secondo piano, sia per accedere alla segreteria quindi non è possibile recintarlo ne tantomeno chiuderlo al passaggio.
Si è deciso, in accordo con la D.L. , di delimitare delle piccole zone dove intervenire con le operazioni di restauro, consentendo la usufruibilità del restante spazio per le varie attività.
Questo tipo di intervento prevede che le varie fasi di lavorazione siano portate a termine in modo tale che, una volta eseguito il restauro, siano riaperte al passaggio.
Si procederà con l’asportazione delle polveri depositate sulla superficie utilizzando dei pennelli in setole naturali di media durezza e, con la dovuta cautela, anche di apparecchiatura aspirante.
Rimozione dei depositi e dei sedimenti incoerenti con utilizzo di bisturi e specilli nelle fughe di connessione e soprattutto per eliminare le numerose “chewing gum” appiccicate sulle tessere.
Lavaggio della superficie con una soluzione a base di tensioattivo anionico (TWEEN 20) con l’ausilio di spazzolini morbidi in setole naturali e spugne, seguito da abbondati risciacqui con acqua per eliminare tutti i residui e asciugatura con panni in microfibra.
Rimozione dei rappezzi cementizi e delle vecchie stuccature di riempimento con scalpellini e mazzuolo, fino ad eliminare tutte le scorie presenti sul massetto di fondo.
Integrazione delle tessere mancanti con altre di stessa fattura e dello stesso litotipo delle originali.
Stuccatura delle fughe tra le tessere musive con un impasto a base di calce idraulica desalinizzata e sabbia di fiume setacciata, della stessa cromia delle stuccature originali.
Per quel che concerne il leggero distaccamento della superficie musiva dal massetto di fondo, verrà eseguito una indagine e, se necessario, un consolidamento mediante iniezioni mirate di malta colloidale (LIMEPOR).
La stesura del protettivo, cera microcristallina data a pennello, verrà effettuata su tutta la superficie musiva in soluzione di continuità utilizzando un giorno in cui l’Università rimarrà chiusa al pubblico.
2. INTERVENTO RESTAURO
2.1 Lavaggio superficie
Lavaggio della superficie con soluzione di tensioattivi e ausilio di spazzole e spazzolini in setole naturali per la rimozione dello sporco depositatosi.
Accurato risciacquo ed asciugatura con panni morbidi in microfibra
2.2 Rimozione sedimenti e stuccature cementizie
Le stuccature in malta cementizia sono state rimosse utilizzando dei piccoli scalpelli e bisturi.
Accurata pulitura dai residui sul massetto di fondo con pennelli morbidi.
Le tessere adiacenti alle lacune, se instabili dopo la rimozione delle stuccature, venivano tolte utilizzando dei specilli e ricollocate nel medesimo posto durante le fasi di integrazione.
In alcune zone della pavimentazione dove erano precedentemente collocate delle apparecchiature, successivamente rimosse, rimanevano dei fori che venivano stuccati in profondità prima di inserire delle nuove tessere.
Nella fessurazione interessata dal probabile distaccamento non sono state rilevati dei vuoti, quindi si è provveduto a sigillare la crepa in profondità con malta di sabbia e calce idraulica desalinizzata.
2.3 Integrazione delle tessere mancanti, sigillatura e stesura protettivo
Realizzato un nuovo fondo in malta a base di calce idraulica desalinizzata e sabbia di fiume setacciata steso in modo uniforme sulla lacuna.
Le nuove tessere sono state collocate sul letto di malta e allineate con la superficie circostante utilizzando una livella.
Gli eccessi di malta rimossi con gli specilli e spugne umide.
Stuccatura delle fughe di congiunzione con impasto a base di calce idraulica desalinizzata e sabbia, rimozione degli eccessi utilizzando spugne umide e panni morbidi in microfibra per eliminare eventuali residui.
Terminati i lavori di restauro su tutta la superficie è stata stesa a pennello, quale protettivo, della cera microcristallina.
RIVESTIMENTO MOSAICO DEL SALONE CENTRALE
3.STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
3.1 Indagine dello stato conservativo
Lo scalone d’onore posto al centro dell’atrio d’ingresso, di forma curvilinea, si sviluppa per tutta l’altezza dell’edificio fino alla sommità.
L’anima centrale di forma ovoidale è rivestita in tessere musive in Travertino, spaccato a pietra viva.
Tutta la superficie presenta una patina di sporco dovuta al deposito della polvere e fumi grassi.
In alcune zone sono presenti piccole lacune causate dalla perdita delle tessere, stuccature con mastice e, su due rampe distinte, tracce evidenti di scritte deturpanti parzialmente ripulite.
3.2 Progetto di restauro
Messa in opera di un trabatello mobile, inclinabile, atto a consentire il lavoro lungo le rampe delle scale in completa sicurezza.
Verrà spostato lungo la scalinata durante le progressive fasi di lavorazione.
Anche in questo caso non sarà possibile chiudere l’accesso dello scalone essendo utilizzato sia per raggiungere gli uffici, le varie aule di studio e l’Aula Magna presente al terzo piano.
Lo scalone verrà transennato solamente per il tempo necessario a consentire lo smontaggio, lo spostamento ed il rimontaggio del trabattello, per ovvie ragioni di sicurezza.
Sarà eseguito un accurato lavaggio della superficie perpendicolarmente con utilizzo di una soluzione a base di tensioattivi anionici e l’ausilio di spazzolini morbidi in setole naturali.
Accurato e molteplice risciacquo con successiva asciugatura con panni in microfibra, data la superficie porosa della pietra.
Rimozione delle scritte con apposito prodotto e spazzolatura dei residui.
Integrazione delle tessere mancanti con altre dello stesso materiale e forma.
4.INTERVENTO RESTAURO
4.1 Pulitura della superficie, rimozione delle stuccature incoerenti e stuccatura
Lavaggio della superficie con soluzione a base di tensioattivo e utilizzo di spazzolini morbidi e spugne, con successivo risciacquo.
Rimozione delle scritte con specifico prodotto a secco, spazzolatura, lavaggio dei residui.
Asportazione dei tasselli inseriti nelle tessere del mosaico e delle stuccature in mastice con successiva stuccatura dei fori e delle fughe con un impasto a base di calce idraulica desalinizzata, polvere di pietra con aggiunta di terre naturali per uniformare la cromia.
4.2 Integrazione delle tessere mancanti
Le tessere mancanti sono state integrate con nuovi elementi in Travertino dello stesso spessore e forma.
Venivano rimossi dei perni in ferro inseriti nella muratura e stuccati con malta cementizia non utilizzabili. Realizzato un fondo in malta di calce idraulica desalinizzata e sabbia fina e posizionamento delle nuove tessere.
BASSORIIEVI IN PIETRA AURISINA
5.STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE DELL’INTERVENTO
5.1 Indagine dello stato conservativo
Durante le fasi di costruzione dell’edificio dell’Università degli Studi di Trieste erano stati progettati e realizzati dodici bassorilievi in pietra Aurisina dall’artista triestino Ugo Carà che originariamente dovevano essere collocati negli archi della facciata interna dell’atrio monumentale.
Questi bassorilievi per varie vicissitudini non sono mai stati collocati nel luogo designato e risultavano depositati in un giardino all’interno del complesso Universitario.
Ad un primo esame si notava la massiccia presenza di licheni e muschi, fogliame e piante rampicanti, alcune figure lesionate con parti mancanti presumibilmente per colpi ricevuti.
Al momento ne risultano presenti nel giardino solo 11 anziché i dodici che originariamente dovevano essere stati realizzati.
Su quattro dei bassorilievi sono rappresentate le arti, le scienze, il lavoro e uno rappresentante la posa della prima pietra per la costruzione dell’università mentre sui restanti sette sono presenti dei simboli “asce littorie” riconducibili al periodo fascista durante il quale fu progettata e costruita l’Università.
Bisognerà provvedere al loro spostamento in un luogo riparato per procedere al restauro e successivamente allo spostamento e collocazione all’interno dell’Ateneo.
5.2 Progetto di restauro
La primo operazione da fare sarà lo spostamento dei bassorilievi dal giardino.
Data la mole ed il peso, il fatto che nel frattempo sono naturalmente affossati nel terreno, bisognerà intervenire con un automezzo munito di gru per il sollevamento e lo spostamento, anche perché il giardino è rinchiuso da un alto muretto ed elevato rispetto al piano stradale.
Verranno utilizzate delle cinghie di imbragaggio, sollevati i bassorilievi e caricati sul camion, spostati nell’area coperta predisposta per le operazioni di restauro e ivi depositati.
Rimozione delle piante rampicanti, delle foglie secche, rametti e terriccio utilizzando delle spazzole in saggina morbida a secco.
Trattamento per l’eliminazione dei licheni e dei muschi fungini radicati nella pietra mediante impacchi con soluzione di sali di ammonio quaternario al 4% supportati da polpa di carta per un tempo di posa di circa 36 ore.
Rimozione dell’impacco con utilizzo di piccole spatole e cazzuolini.
Lavaggio con spugne morbide e spazzolatura per la rimozione dei licheni sulla superficie trattata.
I lavaggi saranno ripetuti fino a completa rimozione dei residui dei sali di ammonio quaternario.
I residui di malte cementizie presenti nella superficie verranno asportati con piccoli scalpelli o bisturi.
A completa asciugatura i bassorilievi verranno nuovamente imbragati e trasportati con camion dotato di gru fino all’ingresso del cortile retrostante l’Ateneo e, con l’ausilio di un trans pallet trasportati all’interno dell’atrio.
Il percorso che dal cortile interno conduce al ponteggio posto nell’atrio dell’Università sarà preventivamente protetto con pannelli OSB per non danneggiare il pavimento musivo.
Attualmente sulle aperture al arco della facciata dove andranno collocati i bassorilievi, sono presenti delle finestre nella parte superiore e nella parte inferiore delle balaustre in ferro ancorate alle piane ed alle spallette.
Le balaustre in ferro verranno rimosse e posate a terra.
Verrà fornito dall’Università un un adeguato ponteggio per consentire le lavorazioni sui fori finestra e attrezzato per poter installare un paranco elettrico a catena per il sollevamento dei bassorilievi stessi.
Questi verranno issati in facciata, uno alla volta, ancorati alle piane mediante barre filettate da 22 mm in acciaio inox fissati alla pietra con piombo fuso e resina epossidica.
Fornitura e messa in opera di una lastra in pietra Aurisina con le stesse caratteristiche di quelle esistenti, priva di decorazioni, ad integrazione di quella mancante.
Stuccatura della pietra, ove necessario, e stesura di protettivo (cera microcristallina) dato a pennello.
Fornitura e messa in opera di due targhe celebrative in ricordo del contributo al restauro dei bassorilievi e del pavimento musivo da parte di due private cittadine triestine.
6. INTERVENTO DI RESTAURO
Spostamento dei bassorilievi dal giardino e collocazione degli stessi in un’area all’interno dell’Università appositamente attrezzata per il loro restauro.
Con il supporto di un camion provvisto di gru, sono stati imbragati i bassorilievi e spostati dall’area utilizzata per il restauro fino all’ingresso dell’Ateneo.
Utilizzando un transpallet manuale sono stati portati all’interno dell’edificio per essere collocati in parete.
Nei fori preesistenti posti sulla base dei bassorilievi sono state inserite delle barre filettate in acciaio inox da 22 mm e fissate con colatura di piombo fuso.
Le ringhiere in ferro sono state rimosse dai fori degli archi, svincolandole dalla piana e della spallette in marmo, spostate al pianterreno in attesa di essere riposti in magazzino.
I bassorilievi sono stati collocati nelle aperture ad arco e fissati alle piane con resina epossidica.
I fori precedenti dove erano inserite le ringhiere sono stati stuccati con un impasto a base di polvere di pietra e calce idraulica desalinizzata con aggiunta di terre naturali per la cromia.
È stato steso a pennello un protettivo (cera microcristallina).