Palazzo Loredan Farsetti, Venezia
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Intervento di restauro manutentivo pavimentazione androne
Palazzo Loredan con l’attiguo Palazzo Farsetti sono due palazzi storici la cui costruzione originale risale 13° secolo con successive modifiche ed ampliamenti.
Sono attualmente la sede degli uffici del Comune di Venezia.
L’intervento di restauro manutentivo della pavimentazione interessa l’androne del Palazzo Loredan.
Trattasi di pavimentazione alla palladiana in quadrotti di marmo Rosso di Verona e Bianco di Verona.
La pavimentazione interessata dal restauro si presenta molto deteriorata per molteplici motivi.
Il suddetto androne viene utilizzato come passaggio quotidiano sia dal personale del Comune che dagli utenti che si rivolgono ai vari uffici.
SUPERFICIE LAPIDEA PAVIMENTAZIONE ANDRONE CA’LOREDAN
- STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine stato conservativo
1.2 Progetto di restauro - INTERVENTO DI RESTAURO
2.1 Lavaggio superficie pavimentazione
2.2 Consolidamento elementi fratturati e lacune
2.3 Integrazione elementi mancanti
2.4 Stuccatura fughe di connessione
1.STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine stato conservativo
La pavimentazione interessata dal restauro si presenta molto deteriorata per molteplici motivi.
Il suddetto androne viene utilizzato come passaggio quotidiano sia dal personale del Comune che dagli utenti che si rivolgono ai vari uffici.
Altro particolare che ha determinato il forte degrado è dovuto alle infiltrazioni di acqua salmastra durante le fasi di marea sostenuta (acqua alta) tipica della città di Venezia.
Durante la fase di decrescita della marea, essendo l’androne piuttosto ampio, non tutta l’acqua defluisce velocemente lasciando quindi dei depositi a zone.
Inoltre la pavimentazione non è formata da “masegni” di spessore 12 – 15 cm posati su battuto di sabbia come da tradizione, ma da piastre di spessore 5 cm, immaltate su un massetto cementizio, il quale non permette all’acqua alta di defluire attraverso la sabbia sottostante ma fa si che gli elementi lapidei si asciughino mediante evaporazione.
L’evaporazione sulla superficie del marmo ha lasciato residui di Sali che con il tempo hanno decoeso il calcare nodulare che compone il Marmo di Verona facendo disgregare i fossili di ammoniti e rostri di belemniti presenti sulla superficie esterna, creando delle lacune.
Altro particolare importante è dato dal sottofondo della pavimentazione, realizzato probabilmente una cinquantina di anni orsono, che è stato fatto in malta cementizia.
Il cemento ha la caratteristica di non essere osmotico e quindi non filtra l’acqua residua presente sulla pavimentazione aumentando quindi la formazione di Sali all’interno.
Sono presenti stuccature cementizie sulle fughe di congiunzione e piccoli rattoppi in mastice ormai decoesi.
Mancanza di un elemento in bianco di Verona ed uno in bianco di Verona lato sinistro dell’accesso allo scalone, tamponati.
Sono presenti stuccature cementizie sulle fughe di congiunzione e piccoli rattoppi in mastice ormai decoesi.
Mancanza di un elemento in bianco di Verona ed uno in bianco di Verona lato sinistro dell’accesso allo scalone, tamponati.
Le tamponature esistenti sono state realizzate con malta cementizia.
1.2 Progetto di restauro
Come da accordi con la D.L. si interverrà a zone, delimitandole con delle transenne mobili, per consentire alle persone di poter accedere agli uffici e strutture presenti nell’androne.
L’intervento prevede la rimozione manuale dei sedimenti con utilizzo di piccoli scalpelli, bisturi e spatoline.
Aspirazione del materiale di risulta con aspirapolvere.
Lavaggio della superficie utilizzando un tensioattivo anionico (Tween 20) in soluzione al 5% e coadiuvati da spazzolini in saggina morbidi ed in fibra di nylon. Risciacqui ripetuti con acqua pulita, tamponatura ed asciugatura utilizzando delle spugne.
Consolidamento delle parti fratturate con iniezioni mirate di resina epossidica bicomponente (Con Chem AC400) e rimozione dei residui mediante tamponatura con acetone.
Ricostruzione delle lacune utilizzando un impasto a base di polvere dello stesso litotipo del presente e resina epossidica (Con Chem AC400).
Integrazione degli elementi mancanti con nuovo materiale in Rosso e Bianco di Verona.
Stuccatura delle fughe di congiunzione tra gli elementi.
Stesura di una cera all’acqua antisdrucciolevole quale protettivo di tutta la superficie.
2. INTERVENTO DI RESTAURO
2.1 Lavaggio superficie pavimentazione
Lavaggio della superficie con tensioattivo anionico e spazzolatura.
Tutte le operazioni di lavaggio, consolidamento e ricostruzione venivano eseguite a zone delimitate.
2.2Consolidamento elementi fratturati e lacune
Sono stati eseguite delle iniezioni di resina epossidica sulle fessurazioni che necessitavano consolidamento in profondità. Per quel che concerne le lacune da integrare veniva consolidata la superficie di ancoraggio con resina liquida data a pennello.
Nelle lacune più profonde si inserivano, previa foratura di alloggiamento nella pietra, dei microperni in fibra di vetro annegati in resina epossidica caricata con silice micronizzata.
Questa operazione consentiva un maggior ancoraggio per le successive operazioni di integrazione del materiale lapideo.
Le lacune più profonde ove erano stati inseriti i perni di ancoraggio venivano integrate, sottolivello, con un impasto a base di graniglia di varia granulometria e resina epossidica.
Battute per compattarle con l’aiuto di cazzuolini e successiva rimozione delle sbavature con batuffoli di cotone imbevuti di acetone.
Le zone limitrofe venivano preventivamente protette con ciclododecano in ligroina.
Sulla base di fondo, una volta asciugata, veniva steso un impasto a base di polvere di Verona (bianca o rossa) setacciata finemente e resina epossidica.
Lisciato con cazzuolino e ripulitura delle aree limitrofe alla stuccatura con batuffolo di cotone ed acetone. Protezione esegnalazione con foglio di nylon e con nastro segnaletico per evitare di calpestare.
Per quel che concerne le vecchie integrazioni cementizie su alcuni elementi, sono state completamente rimosse, pulito il sottofondo e realizzato un nuovo massetto a base di calce idraulica e sabbia di fiume.
I nuovi elementi lapidei sono stati posizionati e bloccati con una malta a base di calce e sabbia con l’aggiunta di soluzione acrilica specifica, compattati e livellati.
Le fughe di congiunzione tra gli elementi sono state stuccate con un impasto a base di polvere di pietra e calce idraulica.
Stesura a protezione di una cera all’acqua.
NOTE INFORMATIVE
Trattandosi di un pavimento che negli anni ho subito un forte degrado creato soprattutto dal ristagno dell’acqua salmastra dopo le maree particolarmente sostenute, si consiglia, in caso che si presentino eventi simili, di procedere con ripetuti lavaggi con acqua dolce (fatta scolare fuori dell’uscio anche con l’aiuto di scope o simili) per eliminare i residui salmastri.
Sarebbe altresì opportuno che almeno una volta al mese il pavimento venisse lavato con cura utilizzando un detergente anionico (ce ne sono moltissimi in commercio) con successivo risciacquo e la stesura di una cera protettiva antiscivolo all’acqua (anche queste facilmente reperibile)
E’ altamente sconsigliato l’uso di prodotti corrosivi quali: Candeggine di qualsiasi tipo (profumate o no), prodotti anticalcari, prodotti deceranti non specifici per marmo, solventi di vario tipo.