Palazzo Jagher, Venezia
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Restauro conservativo del pianerottolo, delle volte decorate con stucchi e delle teste di travi dei solai
I lavori di restauro di cui andiamo ad elencare le varie fasi di intervento e lavorazione hanno interessato un pianerottolo, le volte sottostanti decorate con stucchi e le teste dei travi di due solai siti al secondo piano del Palazzo Jagher nel sestiere di Cannaregio a Venezia.
Il palazzo fu costruito nella metà del cinquecento dalla famiglia Giustinian e dopo vari passaggi di proprietà è attualmente utilizzato dalla Scuola Media Statale Jacopo Sansovino.
Il primo intervento ha riguardato lo stacco del pavimento alla veneziana del pianerottolo situato al secondo piano dello scalone storico, per consentire il restauro della sottostante struttura lignea portante.
L’intervento si è reso necessario essendoci state delle fessurazioni e slittamenti del portale in pietra con volte a stucchi presente all’accesso dello scalone.
Veniva effettuata una garzatura della superficie da staccare, preventivamente ripulita di polveri e materie grasse (cere) utilizzando garze in cotone fissate con resina acrilica in solvente (Paraloid in acetone).
Utilizzando un’apposita sega venivano rimosse le stuccature tra il pianerottolo e i conci in pietra d’istria perimetrali per consentire lo svincolo dello stesso.
Sulla superficie delle garze si stendeva un sottile strato di resina epossidica a cui veniva addossato un tavolato delle stesse dimensione del pianerottolo da staccare
Su questo tavolato si avvitavano delle fasce sempre in legno dove ancorare i cavi di acciaio necessari per sollevare l’intera struttura con l’utilizzo di un apposito paranco manuale, indispensabile anche per ottenere un bilanciamento controllabile durante le varie operazioni.
Utilizzando degli scalpelli e delle spatole si rimuovevano i residui di malte di allettamento sottostanti la lastra rimossa e successivamente veniva riposta in luogo adatto.
Le malte del vecchio sottofondo venivano tolte fino ad arrivare alla struttura lignea sottostante, i residui polverosi aspirati con utilizzo di apparecchio aspirante.
Rimosse le assi del tavolato estradossale della volta sottostante venivano controllate le travature portanti e le arelle in cannucciato.
Veniva accuratamente ripulito lo scheletro in legno e l’arriccio dalle malte e dai sedimenti incoerenti con un successivo lavaggio con una soluzione di acqua ed alcool denaturato.
Si procedeva con una stesura di consolidante a base di carbonato di calcio, calce desalinizzata ed una piccola percentuale di resina acrilica sulle strutture in incannucciato.
Fissate delle fasce in tessuto sintetico poste a cavallo dello scheletro delle travature in legno e fissate con resina acrilica alla distanza di circa 60 centimetri tra l’una e l’altra.
Per quel che concerne le travi in legno venivano accuratamente controllate, fissati dei travetti di legno dove presentavano delle fessurazioni.
Consolidamento di una trave fratturata mediante fettonatura con una tavola di larice incassata alla trave e fissata con resina epossidica e quattro tirafondi in acciaio inox.
Realizzato un nuovo tavolato a chiusura delle travature e dell’arriccio con assi in legno di abete fissato con verso incrociato al tavolato sottostante.
La D.L. aveva chiesto di poter inserire, quale ulteriore protezione del parapetto esistente sul pianerottolo, una nuova struttura in considerazione che nello scalone transitano parecchi ragazzini che entrano ed escono dalle aule.
Veniva realizzato quindi un nuovo parapetto in ferro da contraporre a quello originale, fissato alla struttura lignea ed incastrato su appositi alloggiamenti predisposti sulla cornice esterna in pietra d’Istria delimitante il pianerottolo.
Una volta fissata la struttura del nuovo parapetto si procedeva con la realizzazione del sottofondo con una malta di allettamento dove successivamente ricollocare la porzione di pavimento precedentemente rimossa.
Prima di procedere con la ricollocazione della lastra, questa veniva consolidata nella parte inferiore mediante il fissaggio con resina epossidica caricata con silice micronizzata, di un’adeguata rete sintetica.
Rimessa in opera del pavimento fissato con malta a base di arena di fiume e calce desalinizzata.
Stuccatura delle fughe di congiunzione, pulitura della superficie, stesura a pennello di un protettivo.
Inserimento nella struttura di sicurezza predisposta, la nuova ringhiera.
La rimozione del pavimento musivo del pianerottolo si era resa necessaria per poter consolidare le strutture lignee sottostanti e quindi, completata questa operazione si procedeva con il consolidamento delle volte in stucchi.
Rimozione delle polveri superficiali mediante pennelli morbidi e l’ausilio di apparecchio aspirante.
Nelle zone distaccate si interveniva con iniezioni mirate di un consolidante a base di calce desalinizzata ed una piccola percentuale di resina polivinilica.
Successiva stuccatura delle crepe con un impasto a base di grassello di calce e polvere di calcare della stessa cromia dell’originale.
Intervento sulla trabeazione in pietra del portale di accesso alla scalone storico.
Il portale era già stato sottoposto precedentemente a monitoraggio mediante posizionamento di vetrini, essendoci in atto uno slittamento della porzione centrale dell’architrave stesso.
I capitelli risultavano fratturati in più punti.
Consolidamento degli elementi fratturati dei capitelli e dell’architrave mediante inserimento di adeguati perni in acciaio inox fissati con resina epossidica.
Messa in spinta della porzione centrale dell’architrave e piombatura della fuga di connessione tra le parti.
Incollaggio delle parti distaccate con utilizzo di resina epossidica.
Stuccatura in profondità degli elementi instabili con malta a base di polvere di pietra d’ Istria e calce desalinizzata
Per i successivi controlli di monitoraggio sono stati posizionati due nuovi vetrini graduati nelle due crepe più significative.
In una delle aule del secondo piano venivano riscontrati dei cedimenti della pavimentazione alla veneziana lungo il perimetro lato canale.
Per poter controllare lo stato di conservazione delle teste dei travi portanti si procedeva con il distacco di tre porzioni di pavimento come disposto dalla D.L.
Garzatura delle superfici da staccare con stesura di garza fissata con resina acrilica e successivo fissaggio di pannelli in legno.
Taglio delle porzioni da sollevare con utilizzo di fresatrice e spostamento tramite argano manuale.
Rimozione del sottofondo avendo cura di mantenere la costipazione sul resto del pavimento.
Taglio della porzione del tavolato interessata dall’intervento.
Rimozione dei mattoni ai lati della trave dalla muratura, asportazione dei detriti esistenti in corrispondenza della stessa.
Gran parte della superficie lignea in corrispondenza della muratura di ancoraggio risultava gravemente danneggiata, quindi si interveniva con la ricostruzione delle lacune con una malta a base di resina epossidica caricata con polvere di legno.
Fettonatura con tavole di larice avvitate alla trave con tirafondi e successiva stuccatura.
Ripristino del tavolato precedentemente rimosso ed integrato con la messa in opera di nuove tavole in abete, fissate alle sottostanti con resina epossidica.
Realizzato un nuovo sottofondo con malta a base di arena di fiume e calce desalinizzata e riposizionamento della porzione di pavimento staccata.
Stuccatura delle fughe di connessione con impasto a base di polvere di pietra e calce desalinizzata con aggiunta di con terre naturali in base alla cromia esistente.
Tale operazione è stata eseguite per tutte e tre le porzioni di pavimento staccate.