Palazzo Colombo, Venezia
-
Restauro conservativo elementi lapidei e intonaci
INDICE
- STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine stato conservativo
1.2 Progetto di restauro - INTERVENTO DI RESTAURO
2.1 Pulitura elementi lapidei
2.2 Consolidamento elementi lapidei
2.3 Ricostruzioni
2.4 Consolidamento e ripristino intonaci storici
1. STATO ANTECEDENTE INTERVENTO
1.1 Indagine stato conservativo
1.2 Progetto di restauro
L’intervento di restauro conservativo prevede la pulitura generale delle superfici lapidee con particolare attenzione per le parti interessate da crosta nera carboniosa.
2. INTERVENTO DI RESTAURO
Eseguita una mappatura degli elementi distaccati e fratturati, delle lacune sugli intonaci e del deterioramento generale.
Realizzati alcuni campioni di pulitura sia sulla pietra d’Istria che nelle colonne in Cipollino del poggiolo da sottoporre al tecnico della Soprintendenza di Venezia ed alla D.L.
I campioni di pulitura sono stati eseguiti mediante impacchi con polpa di carta ed una soluzione di Sali basici a pH controllato con tempi di esecuzione variabili in base allo strato di depositi carboniosi.
Per i campioni di pulitura sulle colonne in marmo cipollino è stato utilizzato un apparecchio a vapore atto al distaccamento delle polveri grasse senza intervenire direttamente sulla superficie che in alcune zone si presentava particolarmente friabile.
I campioni sono stati approvati e si è quindi proceduto con le opportune operazioni di pulitura.
2.1 Pulitura elementi lapidei
Rimozione degli strati di dipinture sulle spallette e gli architravi delle finestre con l’utilizzo di bisturi affilati per consentire la pulitura della pietra sottostante.
Infatti su alcune finestre, lo strato carbonioso era stato coperto da dipinture con tempera.
Spurgatura dei cementi e delle stuccature incoerenti.
Eseguiti impacchi con polpa di carta e soluzione di Sali basici per la rimozione dello strato carbonioso sulla cornice di gronda in pietra d’Istria, sulle spallette e gli architravi delle finestre.
2.2 Consolidamento elementi lapidei
Gli elementi fratturati venivano ripuliti dalle polveri e dai residui terrosi e quindi incollati con resina epossidica. Dove erano evidenti crepe profonde e distaccamenti interni, si ripuliva anche in profondità dalle polveri utilizzando dell’acetone, quindi si effettuavano delle iniezioni di resina epossidica liquida per incollaggio caricata, ove necessario, con della silice micronizzata per darle consistenza.
La piana del poggiolo presentava due profonde fessure longitudinali ed alcune fratture sulla pietra con conseguente perdita di materiale.
In accordo con la D.L. si interveniva con l’inserimento di due perni in acciaio inox incamiciati con resina epossidica, a scomparsa, per ognuna delle due fessurazioni.
Sugli architravi di tre finestre che si affacciano sulla calle, al pianterreno, erano visibili dei cedimenti con fessurazioni che richiedevano intervento di consolidamento.
Anche la spalletta di sinistra del portone principale presentava una fessurazione longitudinale.
Venivano inseriti dei perni in acciaio inox a scomparsa fissati con resina epossidica.
Dopo la rimozione delle stuccature cementizie, le lacune presenti sulla pietra venivano integrate con dei tasselli in pietra d’Istria realizzati in loco, e stuccatura con impasto di pietra d’Istria e calce dei fori e delle fessure d congiunzione tra conci e conci.
2.3 Ricostruzioni
Per la lacuna più evidente si realizzava un tassello in materiale nano polimerico a base di pietra d’Istria, mentre per le altre lacune si realizzavano delle ricostruzioni strutturali a base di resine e parti della stessa pietra, riconvertibili.
Le fessurazioni e le piccole lacune venivano stuccate utilizzando un impasto a base di polvere di pietra d’Istria e calce idraulica.
Le lacune presenti sulla piana del poggiolo dove, in origine, erano poste le basi delle colonnine venivano imbonite con impasto a granulometria differenziata per una maggior tenuta della stuccatura stessa.
2.4 Consolidamento e ripristino intonaci originali
Degli intonaci originali rimanevano solo alcune specchiature sulle quali venivano evidenziate numerose lacune con perdita di materiale.
Si procedeva con la realizzazione di un fondo in graniglia di pietra e grassello di calce, successivamente veniva steso uno strato di intonachino dello stesso litotipo di quello esistente.
Consolidamento delle parti distaccate mediante iniezioni di malte colloidali previa autorizzazione della D.L. e della Soprintendenza ai B.B.A.A.
Per rendere omogenea la tonalità cromatica si eseguiva una leggera scialbatura delle integrazioni con utilizzo di terre naturali.