Palazzo Breda, Padova

Palazzo Breda, Padova
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Relazione Tecnica di intervento di restauro conservativo

INDICE

  1. INDAGINE PRELIMINARE
  2. INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO
      2.1 Pulitura
      2.2 Consolidamento
      2.3 Ricostruzioni
      2.4 Stuccatura
  1. INDAGINE PRELIMIARE

Le  facciate di Palazzo Breda,  ad  una  prima  indagine  conoscitiva, risultavano  quasi completamente  ricoperte da fitta ramificazione vegetale,  presumibilmente edera, che negli anni si era saldamente ancorata sia sulla superficie dell’intonaco che sulla parte lapidea.

Al momento del nostro intervento per il restauro i rampicanti erano stati già rimossi e la superficie delle facciate, soprattutto per quanto riguarda la parte lapidea in pietra di Nanto, risultava notevolmente deteriorata. Infatti le piccole radici erano ancora presenti, anche se essiccate, nelle fessure della pietra.

Nella facciata principale ( lato ovest ) il poggiolo al 1° piano risultava mancante della balaustra e del parapetto, essendo gli stessi crollati a terra alcuni anni addietro.

Nella facciata (lato nord) dei quattro poggioli con balaustra, tamponati dall’interno e quindi con valenza solamente decorativa, il deterioramento dei piastrini e delle colonnine era tale che la loro stabilità risultava seriamente compromessa. Alcune colonnine si presentavano mancanti di parte degli elementi della struttura probabilmente a seguito di cedimenti avvenuti negli anni.

Le appendici dei rampicanti inseritesi nella pietra erano servite da veicolanti per infiltrazioni di acque piovane creando una serie di esfogliazioni multistratificate. Polvere e residui secchi avevano riempito le varie fessure con conseguenti rigonfiamenti e distaccamenti.

Nelle chiavi di volta poste sulle due trifore (lato ovest ed est) erano presenti dei mascheroni in pietra di Nanto che, oltre ad avere gli stessi problemi della pietra circostante, presentavano varie incrostazioni da depositi inquinanti (crosta nera).

Il poggiolo situato al 1° piano sul lato est aveva subito precedentemente un intervento di riparazione sia sulla piana che nella balaustra. Infatti le colonnine originali erano state sostituite con altre in cemento di medesima fattura.

Sulla piana in pietra di Nanto due grosse fessure perpendicolari avevano creato il distaccamento di parte della stessa che si presentava ancorata tra i due barbacani sottostanti tramite una barra in ferro che però presentava notevoli segni di degrado, rendendo pericolosamente instabile ed insicuro l’uso del poggiolo stesso.

2. INTERVENTO

 2.1 Pulitura

Veniva eseguita, come prima operazione, la rimozione delle stuccature cementizie e delle lisciature di malta dai davanzali utilizzando dei microscalpelli e bisturi.

Rimozione degli  elementi metallici  inutilizzabili ed ossidati che in alcune zone avevano creato dei rigonfiamenti provocati dalla ruggine.

Rimozione delle polveri sottili dalla pietra con ausilio di  pennelli morbidi e, nelle cavità, utilizzando un getto d’aria controllato.

Particolare attenzione si è posta nel distaccamento delle radici dalle fessure onde evitare che queste sradicandosi portassero con se anche parte del materiale su cui erano tenacemente aggrappate.

Per questa operazione sono state utilizzate delle piccole spatoline e bisturi.

Si proseguiva nell’accurato lavaggio della pietra con l’impiego di spazzole, spugne e pennelli atti a rimuovere lo strato superficiale di sporco.

Nelle zone dove le incrostazioni risultavano particolarmente spesse, venivano applicati degli impacchi con sepiolite in soluzione leggermente basica a tempo controllato; rimozione degli stessi con  ripetuti lavaggi fino a completa eliminazione di eventuali sali residui.

Per le macchie di ossido di ferro presenti dove erano stati rimossi i perni si è provveduto all’applicazione di impacchi specifici con tensioattivi in soluzione acquosa.

Restauro completo dei tre gocciolatoi  in pietra posti  sotto la lastra di base e controllo loro funzionamento con eliminazione delle scorie e dello sporco in essi contenuto.

Rimozione leggero strato di pittura acrilica sull’architrave e sulle spallette delle finestre poste al 2° piano con utilizzo localizzato di microsabbiatrice con inerte a bassa abrasività, nella fattispecie ossido di alluminio.

Al piano terra sul lato ovest erano presenti delle inferriate che dovevano essere restaurate.

Provveduto alla loro rimozione eseguendo dei micro-fori attorno al perimetro delle barre di aggancio tali  da consentire l’asportazione delle grate stesse senza  lesionare la pietra.

Pulitura del portale principale di accesso con medesima metodologia utilizzata per le altre parti lapide.

Ricostruzione di alcune parti mancanti sullo spigolo esterno di una delle spallette con impasto a base di polvere di pietra e calce demineralizzata con aggiunta di terre naturali colorate per uniformare la cromia dell’insieme.

 Pulitura e consolidamento del  mascherone posto sulla chiave di volta del portone stesso.

2.2 Consolidamento

Venivano quindi, a completa essiccazione della pietra, eseguito consolidamenti della stessa con l’impiego di micro iniezioni di resina polimerizzante, particolarmente idonea a ridare coesione al materiale fortemente alterato.

Nelle zone dove le fessurazioni si presentavano particolarmente estese venivano eseguite preventivamente delle stuccature con un impasto a base di resina epossidica e polvere di pietra di Nanto, sottolivello, atte ad impedire la fuoriuscita del consolidante.

Consolidamento su tutta la superficie mediante applicazione per percolazione continua di resina metilfenilpolisilossanica fino a rifiuto.

Nel poggiolo sito nel lato est oltre all’intervento di pulitura,  eseguito consolidamento della lastra di base del poggiolo con inserimento di barre cementate interne in acciaio inox, in corrispondenza della frattura, mediante incisione a trapano con  iniezione di resine epossidiche.

Alcune finestre presentavano delle crepe sugli architravi con leggeri cedimenti. In accordo con  D.L. si è deciso di intervenire eseguendo dei fori perpendicolari alla crepa stessa ed inserendo delle  barre in acciaio inox  a scomparsa,  annegate in resina epossidica.

Un architrave si presentava con  fratture multiple sia in senso verticale che in orizzontale, si rendeva quindi necessario di un intervento di sostegno specifico.

In accordo con la D.L. si applicava a sostegno e rinforzo una lamina in fibra di carbonio per tutta la lunghezza dell’architrave  stesso ed una di minori dimensioni ad aggrappare le parti fratturate.

Riscontrato in una finestra la frattura dell’architrave con conseguente perdita di una parte della pietra.

Venivano inseriti dei perni in acciaio annegati in resina epossidica  per ancorare le due parti dell’architrave, quindi realizzato un tassello in pietra del medesimo litotipo per reintegrare la lacuna.

Stuccatura finale delle fughe.

La piana di una finestra risultava particolarmente deteriorata con perdita notevole di materiale.

su richiesta del committente veniva creata una apposita armatura consentendo la ricostruzione di parte della stessa utilizzando un impasto a base di spolvero di pietra di Nanto e resina epossidica.

Sui mascheroni che presentavano delle crepe molto profonde che facevano presupporre un possibile distaccamento di parte delle scultura stessa, venivano eseguite iniezioni con resina epossidica liquida.

In un mascherone, in particolare, che presentava un distaccamento molto ampio si è proceduto inserendo delle barre in vetroresina molto sottili ed a scomparsa, fissate con resina epossidica all’interno.

Ricomposizione di alcune zone dei mascheroni utilizzando frammenti  staccatesi precedentemente e conservati dai proprietari dell’immobile.

Restauro completo dei quattro poggioli posti nel lato nord del palazzo.

Questi presentavano tracce di precedenti interventi con vari rappezzi in malta cementizia che aveva contribuito allo sgretolamento della pietra sottostante.

Alcune colonnine altamente deteriorate non avevano più un punto di sostegno quindi vistosamente traballanti.

Rimozione di grappe e perni in ferro ossidati, smontaggio delle parti instabili e, previo inserimento di nuove teste di ancoraggio in acciaio inox sulle colonnine, ricollocazione delle stesse.

Sostituite le grappe e bloccaggio delle stesse con piombo fuso.

Nel poggiolo sito nel lato est oltre all’intervento di pulitura,  eseguito consolidamento della lastra di base del poggiolo con inserimento di barre cementate interne in acciaio inox, in corrispondenza della frattura, mediante incisione a trapano con  iniezione di resine epossidiche.

2.3 Ricostruzioni

Per quel che concerne la balaustra ed il parapetto mancanti nel poggiolo sul lato ovest  di cui era stata conservata parte della struttura crollata ma non utilizzabile, veniva eseguita la matrice degli elementi più significativi e successivo sviluppo del modello in gesso.

Dopo accurata rifinitura del calco  stesso veniva commissionata l’intera struttura ad una ditta

specializzata nella lavorazione delle pietre e dei marmi.

Formazione di tasselli ad integrazione di parti mancanti in pietra di tipo e colore analogo all’originale, tali da consentire maggiore stabilità alla balaustra.

Trattamento antiruggine per i perni e le grappe ancora in buono stato che non erano state rimosse.

Collocazione della nuova balaustra e parapetto con parziale recupero degli elementi già rimossi, perniatura in acciaio inox fissata con resine epossidiche, formazione di grappe in acciaio con teste di ancoraggio con sagomatura a testa di rondine bloccate nelle apposite sedi con piombo fuso.

Verifica scorrimento delle acque, ripristino piana in parte deteriorata con stuccatura realizzata con impasto a base di calce e polvere di pietra dello stesso litotipo.

2.4 Stuccatura

Stuccature eseguite su fessurazioni, lesioni, fori di trapanatura ed anche giunti di interconnessione tra i vari elementi architettonici con impasto di polvere di pietra del litotipo trattato e calce desalinizzata, con aggiunta di terre naturali colorate per uniformare la cromia.

Finitura superficiale dei piastrini in CLS con malta a base di polvere di pietra calcarea, calce e resine con eventuale aggiunta di inerti fino atto a raggiungere il colore delle parti circostanti, sostituzione dei rappezzi in malta sulla pietra mal eseguiti precedentemente.

Protezione delle superfici realizzata con applicazioni di idrorepellente idoneo tale da non alterare il tono e colore della pietra trattata.