Convento dei Gesuiti - ex Caserma Manin, Venezia
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Intervento di restauro conservativo della facciata prospicente il rio dei
SS. Apostoli e parte di rio S.Caterina
L’intervento prevedeva il recupero dell’intonaco a marmorino deterioratosi nel tempo ed il ripristino delle parti mancanti con materiali e tecniche conservative.
Come prima fase, sono state individuate le aree di intonaco recuperabili mediante criteri concordati in precedenza con la D.L. ed i tecnici della Soprintendenza, quindi è stata redatta una mappatura grafica delle aree decoese dal supporto murario.
E’ stato mantenuto circa 85% dell’intonaco originale esistente e si proceduto all’abbattimento delle parti dello stesso non più recuperabili e dei rappezzi di malta cementizia con metodo non traumatico, mediante tagli a spessore con una lama diamantata, separando le parti marce di intonaco da quelle sane, anche se distaccate, per una fase successiva di consolidamento delle stesse.
Si è intervenuti, subito dopo, alla stesura di un biocida – vedi scheda tecnica – per lo sterminio dei licheni che in alcune zone infestavano sia l’intonaco a coccio pesto che quello a marmorino, fino al supporto murario nelle zone prive d’intonaco.
La rimozione dei licheni è avvenuta con l’ausilio di spazzole morbide in setole di saggina.
Nelle colonie più persistenti presenti nell’intonaco, sono stati applicati impacchi di polpa di carta imbevuti con una soluzione acquosa di un biocida al 3% di principio attivo per trentasei ore.
Sono stati sostituiti i mattoni deteriorati con altri fissati con malta di calce.
Si è proceduto quindi al consolidamento dei distaccamenti dell’intonaco in coccio pesto mediante iniezioni di calce aerea desalinizzata, polveri di marmo e cotto ventilate, con l’aggiunta di una bassa percentuale di resina acrilica in soluzione acquosa
Sono stati praticati dei piccoli tagli sulla chiazza di distaccamento. Procedendo dall’alto verso il basso è stata bagnata, tenendo conto dei ritmi d’asciugatura, la superficie muraria coincidente la chiazza di distaccamento.
Una volta pulite e bagnate le superfici dell’intercapedine formata dal distaccamento, si è proceduto al suo riempimento usando gli stessi fori dal basso verso l’alto e stuccandoli successivamente in modo opportuno.
Individuazione delle parti da consolidare e fori praticati per le iniezioni.
Le integrazioni delle lacune e delle aree mancanti sono state eseguite, per quanto riguarda l’intonaco di fondo, con un impasto a base di calce idrata desalinizzata e coccio pesto, nelle giuste proporzioni e granulometrie (vedi scheda tecnica).
Per quanto concerne l’intonaco di finitura si è utilizzato calce di grassello naturale con polvere di pietra.
I manufatti lapidei hanno subito lo stesso trattamento per quanto riguarda la rimozione dei licheni.
Si è quindi proceduto alla stuccatura dei conci in pietra d’Istria e delle varie fessurazioni della pietra previa rimozione delle vecchie stuccature con incollaggio con resina epossidica di parti distaccatesi.