Chiesa di San Giuseppe e Bonaventura, Venezia

Chiesa San Giuseppe e Bonaventura, Venezia
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Restauro conservativo della facciata della Chiesa

INDICE

  1. STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO
  2. INTERVENTO DI RESTAURO INTONACI
  3. INTERVENTO SU ELEMENTI LAPIDEI
  4. CORNICI E CORNICIONI MODANATI
  5. ELEMENTI METALLICI

1.STATO CONSERVATIVO ANTECEDENTE INTERVENTO

La facciata della Chiesetta si può dividere in tre settori distinti.

Il primo, dal selciato alla cornice sopra la porta d’entrata, è rivestito interamente in pietra ed è costituito da uno zoccolo e dai gradini d’entrata in pietra d’Istria, così come i contorni della porta e quelli degli specchi che sono invece in calcare fiorito di Carrara.

Le condizioni di degrado dello zoccolo sono tipiche degli edifici in fondamenta, specie di questa facciata che è rivolta a sud, l’alternarsi del continuo irrorarsi di acqua salmastra durante le “acque alte” ed la relativa asciugatura creano il tipico degrado da cristallizzazione dei sali solubili e la relativa perdita di materiale dalla superficie più esposta all’aria.

In un precedente intervento sono state sigillate con un mastice sintetico, le fessure tra i conci dello zoccolo.

Gli alti elementi in pietra d’Istria sono in buone condizioni di conservazione così come le lastre in bianco di Carrara fiorito le quali hanno subito nel tempo, si presume per il loro spessore ridotto, un’alterazione del loro piano storcendosi e diventando leggermente concave.

Sempre in un intervento precedente queste lastre sono state assicurate alla muratura con viti in ottone.

La cornice sopra la porta è in gran parte in aggetto di muratura rivestito con intonaco modanato con una listolina in bronzetto rosato sulla sommità, che la protegge dalle acque meteoriche.

Gran parte dell’intonaco della cornice si presenta distaccato dall’aggetto in mattoni e la listolina in bronzetto rosato, oltre ad una forte colonizzazione da parte di licheni, mostra segni di precarietà di alcuni clasti, dallo svuotamento delle cementazioni al distacco stesso.

La seconda parte, dalla cornice sopra la porta al fregio del timpano, è caratterizzata da un altorilievo in pietra tenera di Custoza, posto appena sopra la trabeazione della porta, raffigurante due putti alati che reggono ognuno un festone ed al centro uno stemma con sopra una corona.

Sopra la corona, al centro della facciata una croce in marmo bianco greco con degli inserti in Verde Imperiale e con alle estremità degli inserti tondi in rosso antico ormai in gran parte andati perduti.

Ai lati di questa porzione di facciata ci sono i fori di due finestre ad arco con i contorni in pietra d’Istria e sulla sommità un pennacchi in pietra tenera.

All’interno dei fori finestra è stata posta una grata in ferro battuto, la quale ha rilasciato nel tempo i suoi ossidi sporcando pesantemente la piana in pietra d’Istria della finestra.

Nel resto della superficie è stato steso un intonaco in calce con un fondo in sabbia di fiume ed un intonachino di finitura con grassello di calce e polvere di pietra tenera di Custoza, l’intonaco si presenta staccato dalla muratura per quasi la sua totalità.

Inoltre in un precedente intervento sono stati eseguiti numerosi rappezzi molto evidenti con una malta cementizia non coerente.

La parte superiore che comprende: il fregio in pietra tenera che fa da base al timpano e finisce con una croce stilizzata in ferro sul suo vertice.

Il fregio è una fascia in pietra tenera con scolpite sulla superficie delle cornici di tondi e dei festoni intervallati tra loro.

All’interno delle cornici sono inseriti, anche loro intervallati, dei tondi in marmi policromi rosso antico e Verde Imperiale.

Lo stato di conservazione degli  inserti in marmo rimasti appare assai precario.

Le cornici del timpano sono lavorate con dentelli perpendicolari in intonaco e presentano numerosi distaccamenti.

I due lati superiori del timpano sono sovrastati da lastre in bronzetto rosato sulla cui superficie regnano numerose colonie di licheni.

2. INTERVENTO DI RESTAURO INTONACI

Eseguito un preconsolidamento delle porzioni di intonaco distaccate dalla muratura sottostante e a rischio di caduta utilizzando delle garze in cotone fissate con resina acrilica in soluzione al 5%.

Fissate delle stecche in legno con altre garze in cotone per consentire il taglio dell’intonaco senza rischiare che si creassero delle fratture ulteriori a quelle esistenti.

Eseguito il taglio delle porzioni di intonaco con utilizzo di seghetto manuale e, una volte rimosse, collocate in apposito ripiano in attesa del riposizionamento.

Per le superfici che comunque risultavano distaccate ma che non presentavano delle fessurazioni evidenti si procedeva  con la realizzazione di microfori utilizzando un trapano manuale ed inserimento di “chiodature” costituite da micro perni in vetroresina, con successiva sigillatura dei fori stessi con un impasto a base di polvere di pietra e calce idraulica.

Rimozione dei rappezzi di malte incoerenti eseguiti in precedenti interventi, con metodo manuale e successiva sigillatura dei bordi  laterali con una malta di sacrificio a base di calce idraulica desalinizzata.

Consolidamento dell’intonaco distaccato mediante iniezioni di malte colloidali tra l’intonaco stesso e la muratura sottostante, a più riprese fino a saturazione dei vuoti.

A consolidamento avvenuto venivano riposizionati i lacerti di intonaco,  precedentemente rimossi, e fissati con una malta a base di calce idraulica sulla muratura sottostante.

Stuccatura delle fughe e delle lacune con un intonaco a base di pietra di Custoza e grassello di calce stagionato.

Nelle zone dove erano stati rimossi i rappezzi di malte cementizie veniva realizzato uno strato di sottofondo in coccio pesto, successivamente stesura di intonaco a base di pietra di Custoza e grassello di calce.

3. INTERVENTO SU ELEMENTI LAPIDEI

Nella facciata è presente una croce in marmo greco con degli inserti in marmo policromo che formano la croce stessa.

Durante il sopraluogo antecedente l’intervento si notava la mancanza di alcuni inserti sia di Serpentino verde che in Rosso antico probabilmente staccatisi ma purtroppo non recuperati a suo tempo.

In accordo con la Soprintendenza ai BB.AA di Venezia e con il Direttore dei Lavori, si decideva di integrare le lacune con nuovi elementi della stessa forma e litotipo di quelli esistenti.

Risultava mancante anche un inserto in rosso antico nella fascia a fregi in pietra tenera di Custoza  presente sotto la cornice del timpano.

Gli elementi in Verde Imperiale presentavano parecchie fessurazioni ed esfoliazioni sulla superficie, quindi veniva eseguito un consolidamento mediante imbibizione di resina acril siliconica appropriata, data a pennello avendo cura di rimuovere gli eventuali eccessi.

Inserimento dei nuovi elementi mancanti e fissaggio alla pietra sottostante mediante piccoli arpesi in acciaio inox.

Il timpano della chiesetta comprese le cornici e cornicioni sottostanti presentavano vaste colonie di licheni che avevano invaso non solo gli elementi lapidei ma anche una parte degli elementi in marmorino.

Venivano effettuati degli impacchi di polpa di carta con una soluzione a base di benzalconiocloruro su tutta la superficie interessata dai licheni con un tempo di circa 48 ore.

Rimozione dell’impacco e lavaggio con acqua e l’ausilio di spazzole morbide in saggina, fino alla rimozione di tutti i residui.

Pulitura di tutta la superficie lapidea mediante accurato lavaggio con acqua deionizzata e l’ausilio di spazzolini morbidi in setole naturali e tamponatura dell’acqua in eccesso con utilizzo di spugne.

4.CORNICI, CORNICIONI MODANATI

La cornice che separa la parte centrale della facciata dal timpano realizzata in aggetto di muratura rivestito di intonaco modanato sovrastato da una listolina in pietra che la protegge dalle acque meteoriche, risulta notevolmente danneggiata con una grossa mancanza di materiale caduto a terra.

Distaccamenti e lacune anche nei dentelli sottostanti con grosse fessurazioni prodotte dalle anime in ferro ossidate.

Nelle zone adiacenti al distaccamento si interveniva con il consolidamento delle parti di intonaco ancora presenti, sigillando le fessurazioni presenti ed effettuando delle iniezioni di malte colloidali.

Dove si rendeva necessario ancorare la superficie di intonaco da consolidare alla muratura sottostante venivano  inseriti dei micro perni in vetroresina

A consolidamento avvenuto si procedeva con la ricostruzione del cornicione realizzando un sottofondo a base di coccio pesto e grassello di calce stagionato.

Successivamente veniva steso uno strato di malta a base di graniglia di pietra e grassello e una stesura finale in intonaco a base di pietra di Custoza e grassello di calce, tirata a ferro.

Inserimento di micro perni di ancoraggio nei dentelli che presentavano fessurazioni importanti, ricostruzione delle zone mancanti con una malta a base di grassello di calce e polvere di pietra.

Pulitura della superficie mediante lavaggio per la rimozione di precedenti dipinture soprastanti l’intonaco originale.

Velatura della superficie interessata per omogeneizzare il tutto.

La cornice inferiore posta al di sopra il paramento lapideo e sottoposta a trattamento per l’eliminazione dei licheni, presentava anch’essa dei distaccamenti e mancanza di parte delle modanature, specialmente nella parte inferiore della modanatura stessa.

Per procedere con la ricostruzione veniva realizzata una piccola armatura di sostegno inserendo dei micro perni nella muratura sottostante legati tra loro con un filo in acciaio inox.

Ricostruzione in malta di coccio pesto e finitura con intonaco a base di pietra di Custoza e grassello di calce stagionato.

5.ELEMENTI METALLICI

Nella facciata sono presenti due finestre ad arco poste ai lati della croce in marmo, chiuse da inferriate molto arrugginite che avevano rilasciato parte dell’ossidazione sulla piana in pietra d’Istria, ripulita durante le operazioni di lavaggio.

Le grate venivano spazzolate con cura per eliminare i residui ferrosi e successivamente trattate con un convertitore di ruggine senza alterare il loro aspetto originale.

La parte inferiore della facciata della Chiesa è rivestita in lastre di marmo bianco di Carrara fiorito e contorni in pietra d’Istria che hanno subito un deterioramento con esfoliazioni e perdita parziale di materiale.

Microiniezioni con resina epossidica liquida nei distaccamenti.

Stuccatura delle crepe e delle fessurazioni con un impasto di polvere di pietra e calce idraulica desalinizzata.

Pulitura di piccole zone interessate da incrostazioni carboniose mediante impacchi controllati con polpa di carta e soluzione di carbonato di ammonio.

Lavaggio con spazzole morbide in setole naturali per la rimozione di eventuali residui.

Ricostruzione di parte di un gradino fratturato con inserimento di perni in acciaio inox e successiva stuccatura.

Stesura a pennello di protettivo antiscritta su tutta la superficie lapidea nella parte inferiore della facciata.